domenica 20 maggio 2012

Lezioni di coccole


Io credo che ci sia una causalità in tutto quello che ci succede.

Ad una scelta corrisponde un comportamento che a sua volta porta ad un dato effetto.

E’ come dire che quando sei giù tendi a vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto, a incontrare persone sbiadite e a prendere “tutti gli spini per la punta” (..nonna dixit).

Ma allo stesso tempo se sei felice e frizzante, l’aria intorno a te non potrà che essere piacevole e pizzichina, così difficilmente le persone scolorite si affacceranno alla tua finestra per appoggiarti un poco del loro non-colore.

Un po’ come cercare di vedere il lato positivo anche delle cose più brutte.. ce ne sarà sempre uno un po’ meno terribile tra tanti, no? 

Incroci sulla tua strada una persona che proprio non ti piace?

Cosa mai potrà insegnarti?

Una cosa importantissima.. a non essere come lei.

Tutto questo serio parlare, semplicemente per dire che tutti noi abbiamo bisogno di una mano.

Una mano tesa che ti possa aiutare ad oltrepassare un ostacolo, una carezza quotidiana magari solo fatta dal vento, anche se poi ti annoda i capelli.. una mano che accolglie, un abbraccio forte quando ce n’è bisogno.

Apriamo un po’ i nostri cuori messi “al sicuro” sotto chiave da anni di delusioni e fregature e prepariamoci a ricevere un po’ di coccole!

Se non sei abituato, non è per nulla semplice “prendere” una coccola.

..Oddio e adesso cosa faccio??

..E se fa così allora cosa ci sarà dietro??

..E poi io cosa dovrò fare per sdebitarmi?

Dato il numero variabile di possibili reazioni, date dal fatto che ci siamo disabituati a fare e ricevere disinteressatamente, da oggi avranno inizio le..

.. lezioni di coccole.

E partiremo dalla base: 

Il cioccolato, la coccola numero uno!

E’ risaputo che l’assunzione di cioccolato stimoli il rilascio di endorfine, sostanze prodotte dal cervello, che andrebbero ad aumentare i livelli di buon umore.. e chi non ha mai provato la voglia irrefrenabile di sgranocchiare un quadrotto di cioccolato dopo una brutta giornata, prima di buttarsi sul divano, piuttosto che transitando davanti alla dispensa delle meraviglie..? Ma anche in una giornata già di per se felice.. perché non concedersi un attimo di dolcezza..

Beh credo che nella battaglia che quotidianamente ci accingiamo a vivere ogni mattina varcando la soglia di casa, ma per alcuni anche solo aprendo gli occhi, sia fondamentale avere delle piccole zone franche dove fermarsi per “riordinare, progettare e ripartire” per lo step successivo senza per forza trovarsi immersi a piè pari in blocchi di cemento virtuali che pian piano tenderanno a trascinarti dalla parte delle persone grigie..

Drinnn…

Inizia la prima ora:

Madeleine al cioccolato con il cuore grondante di coccole cioccolatose




Questa ricettina la catalogo come prét à manger, proprio per quei pomeriggi dove la voglia di una coccola ti coglie all’improvviso e sai che amalgamando assieme pochi ma certi ingredienti, seguiti da una veloce cottura ti porterà a piluccarti le dita soddisfatta, senza attendere tempi smodati di preparazione e raffreddamento. 



Cosa ti serve:
-      50gr burro fuso
-      30gr farina
-      20gr cocco in scaglie
-      1\2 cucchiaino di cremor tartaro
-      1\2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
-      2 cucchiai colmi di cacao in polvere
-      40gr zucchero di canna
-      2 uova
-      Quadrotti di cioccolato a piacere.

Solitamente la preparazione delle madeleine è più lunga e comprende una sosta variabile in frigo. L’impasto verrà poi infornato da freddo per avere il famoso shock termico che andrebbe a dare vita alla famosa gobba.. Di solito le faccio così anch’io, ma nel prét à manger non c’è tempo per pettinare le bambole.



Accendere il forno a 180°.

Sbatti leggermente le uova con lo zucchero aggiungendo a pioggia la farina e il lievito.

Incorpora successivamente il cocco, il burro fuso e il cacao, continuando a mescolare fino a raggiungere un composto omogeneo.

Riempi una sac à poche e riempi lo stampo per metà, poni al centro un quadrotto di cioccolato e ricopri con il resto del composto. Io avevo dei rimasugli di cioccolata Venchi.. da paura!




Inforna per 8 minuti circa tenendo d’occhio la gobba.




Togli dal forno e lascia intiepidire circa 3 minuti poi puoi sformarle.

Ottime sul momento ma buone anche fredde, l’importante è conservarle in un sacchettino a chiusura ermetica. 



Delicate e profumate al primo tocco, stravolgenti non appena il ripieno si mescola con l’impasto.. sono peggio delle ciliegie.




Un piccolo consiglio non farne troppe, potrebbero creare dipendenza!

Con questa cioccoricetta partecipo al contest “La poesia del cioccolato” 


di Vera incucina in collaborazione con Rasenti Home Design e per fare le cose per benino allego qui sotto uno stralcio di un libro che mi ha profondamente rapita: 

La scuola degli ingredienti segreti - Erica Bauermeister

 «Lillian, il cuore di ognuno si spezza a modo suo. Ogni cura è diversa, ma ci sono alcune cose di cui tutti abbiamo bisogno. Innanzi tutto di sentirci al sicuro. Tu sei riuscita a darle questa sensazione.»

«Allora come mai è ancora lontana?»

«Perché per far parte di questo mondo ci serve ben più del senso di sicurezza. Tua madre ha bisogno di ricordare cosa ha perso e desiderarlo di nuovo. Ho 
 un’idea» aggiunse poi. «Potrebbe volerci qualche minuto.»


Sotto gli occhi incuriositi di Lillian, strappò il lembo posteriore da un sacchettino di carta marrone e vi scrisse sopra qualcosa, la fronte aggrottata per la concentrazione.

«Non sono una scrittrice», commentò alla fine. «Non ho mai pensato che valesse un granchè. Ma ti farai un’idea.»

Posò il pezzo di carta, prese un altro piccolo sacchetto per la spesa e cominciò ad infilarvi vari articoli tolti dagli scaffali del negozietto, dando la schiena alla ragazzina. Poi piegò il pezzo di carta, lo sistemò sopra il contenuto del sacchetto e tese tutto a Lillian.

«Ecco», disse, «fammi sapere come va.»

A casa Lillian aprì il sacchetto e inalò aromi di arancia, cannella,cioccolato semidolce e qualcosa che non riuscì a identificare, intenso e misterioso, come profumo rimasto nelle pieghe di cashmere. Svuotò il sacchetto sul piano di lavoro di cucina e dispiegò il pezzo di carta posato da Abuelita sopra gli ingredienti, esaminandolo con una certa ritrosia. Era una ricetta.

..

Prendi la tua bacchetta magica.


Versa il latte in un pentolino. Usa vero latte intero, bello denso.

..

Fai dei riccioletti di scorza d’arancia. Mettili da parte.


Spezza in due la cannella.

..

Aggiungi la scorza di arancia e la cannella al latte. Grattugia il cioccolato.

Il panetto duro e rotondo di cioccolato, avvolto in cellofan giallo a strisce rosse, era lucido e scuro quando lei lo scartò. Produsse un suono aspro mentre sfregava contro la sezione più fine della grattugia e cadeva in morbide nubi sul piano di lavoro, emanando un aroma di polverose stanze buie piene di cioccolato semidolce e vecchie lettere d’amore, cassetti in fondo ad antichi scrittoi e le ultime foglie d’autunno, mandorle, cannella e zucchero.

Finì tutto dentro al latte.

Aggiungi l’anice

..

Solo un pizzico. Lascia sobbollire finché tutto si aggrega. Quando succede te ne accorgerai.

..

Usa la bacchetta.

..

Ora aggiungi il tutto al caffè di tua madre.

..

Guarnisci con panna montata, per la morbidezza. Dallo a tua madre.

«Che cos’è questo profumo incredibile?» chiese la donna quando Lillian portò la tazza in soggiorno.

«Magia» rispose lei.

Sua madre allungò una mano verso la tazza e se la portò alle labbra, soffiando delicatamente sulla superficie, mentre spire di vapore le salivano al naso. Cominciò a sorseggiare esitante, quasi sconcertata, gli occhi che si staccavano dal libro per fissare qualcosa in lontananza, il viso che si imporporava leggermente. Quando ebbe finito, restituì la tazza a Lillian.

«Dove hai imparato a prepararlo?» chiese, appoggiandosi allo schienale e chiudendo gli occhi.

«E’ magnifico»,disse Abuelita quando, il giorno dopo Lillian la raccontò la storia. «Sei riuscita a farle rammentare la sua vita. Ora ha soltato bisogno di riprendersela. Devi trovare quella ricetta» aggiunse in risposta all’espressione interrogativa della bambina. «Ci riuscirai. Sei una cuoca. E’ un dono di tua madre».


 Cioccococcole a te!