sabato 28 aprile 2012

E’ tempo di festeggiare. . . è arrivato Beltane!



Dopo un clamoroso falso allarme, sembra che sia la volta buona.. 


La bella stagione è alle porte e lo dimostra il primo post scritto in terrazza, circondata da Catti spiaggiati sotto al sole e una nursery d’emergenza per pomodorini e zucchine.



L’aria si sta facendo più accogliente, rimanendo allo stesso tempo frizzante, ma soprattutto l’umore è alle stelle!

Credo che aver avuto un accenno di primavera per qualche giorno, per poi far tornare il fresco sia servito per far passare la sensazione di “cottura a vapore” tipica del cambio di stagione.

Te l’ha mai detto la nonna: “cos’è.. senti la primavera?!”

Beh questa volta io me la sono già lasciata alle spalle e sprizzo energia da tutti i pori… che strano.. non è da me!

Mezzamela mi chiama mai-suda.. certo che se io lo chiamo culo-peso forse forse vuoi vedere che ha ragione?!

Che bella coppietta eh??

Ma torniamo a noi, oggi voglio proprio raccontarti una cosa..

Tra un paio di giorni devi prepararti a festeggiare, il 30 Aprile sarà una sera magica e altrettanta magia avvolgerà la giornata del 1 Maggio: 
La festa di Beltane.

Antica festa gaelica, rappresentata dal fuoco, dai fiori e tutto ciò che è natura; è il momento nel quale salutare il freddo e oscuro inverno per celebrare il ritorno della prossima estate con i suoi frizzanti profumi, vividi colori e brezze serali che sanno di abbraccio profumato di mamma, ma anche di falò e scampagnate.

Infatti alla vigilia di Beltane, detta di Santa Walpurga, era tipica usanza accendere grandi falò, danzare ed eseguire riti beneauguranti.

Tutto il popolo era felice, le ostilità venivano liberate al vento, si saltavano i fuochi e si raccoglievano fiori nei boschi tutta la notte e al ritorno si lasciava un piccolo dono floreale davanti ad ogni casa. Quando verso mattina erano rimaste solo braci, ecco il momento di far attraversare le greggi per propiziarne salute e fertilità.

Se ti capiterà di vedere nastri rossi annodati a rami di biancospino, vorrà dire che qualcuno ha chiesto una mano in amore, un pizzico di fortuna o una pronta guarigione; oppure chissà se altri avranno appeso ghirlande di primavera a tronchi privi di rami.. Di sicuro in qualche cucina nascosta si prepareranno creme alla calendula ed elisir ai frutti rossi.

Un racconto particolare, vero? O forse solo non è solo una storia..

Beh io festeggerò e in onore di questa giornata ho preparato una lasagna speciale, tanto brutta quanto buona.. 

La lasagna di primavera



Questa ricetta è un dono che mi ha fatto una cara amica qualche anno fa, lei si chiama Claudia e potete trovarla qui. Ovviamente la sua lasagna oltre che a essere buona era anche bella.. non come la mia! 

Ci siamo sentite qualche giorno fa e abbiamo stranamente iniziato a parlare di cucina.. da questa conversazione è stato coniato un nostro nuovo termine “la Soianella” detta anche besciamella di soia.. eh sì perché questo piatto è tutta natura e zero intolleranze, ma sempre con gusto.



Cosa ti serve:

Per la soianella
-      1\2 litro di latte di soia
-      2 foglie di alloro
-      4 cucchiai di farina (io ho usato l’integrale di farro)
-      Noce moscata
-      Sale
-      Frusta

Per la lasagna
-      Verdura di stagione (asparagi, piselli, fave)
-      Cipolla, tanta cipolla
-      Quadretti di pasta integrale di farro per fare gli strati.

Un piccolo inciso sulla pasta di farro, questa volta ho utilizzato dei quadretti per lasagna pronti, presi al super-bio, ma è mia intenzione provare a fare la pasta fresca con la farina di farro integrale, ne ho un saccone che mi aspetta, di quella macinata a pietra.




Prima cosa da fare è preparare la besciamella di soia:
Metti il latte con le foglie di alloro sul fuoco, procurati una frusta e tanto olio di gomito.. inizia ad aggiungere un cucchiaio per volta la farina e da adesso non potrai più allontanarti dalla tua creatura. 

Fare la besciamella ha uno strano effetto su di me, parto in quarta.. ..frusta..frusta…frusta…frusta e nulla. Che più liquida non si può..

Fase sconforto ma sempre in modalità frusta..frusta..frusta e come per magia, quando meno te lo aspetti, ecco che la creatura inizia ad addensarsi. E qui inizia uno stato di energia pura.

Continua fino a raggiungere la consistenza desiderata, sposta dal fuoco e aggiungi noce moscata e sale, la prova assaggio è fondamentale, poi ultimi 3 minuti sul fuoco.

Fatta!! Alla vista risulterà ovviamente molto più scura della besciamella normale.


Monda e prepara le verdure, padella con cipolla sul fuoco e metti tutto insieme per circa 10 minuti a fuoco vivo.


Ma quanto mi piace pulire fave e pisellini.. Le prime sono così.. “cucciole”.. avvolte nel loro baccello imbottito. Stacchi il picciolo, tiri il filetto e zac accompagnate da un rumore sordo, a una a una, le vedi cadere nel recipiente. Le une diverse dalle altre.



Mentre i piselli sono più birichini, iniziano a scrocchiare non appena inizi a tirare, sono meno "covati" loro, ma sicuramente sono più numerosi. Un dito all’inizio del baccello e via.. se sei fortunata puoi trovarne di secchi la stagione successiva, pronti per essere piantati.



Accendi il forno, scegli la pirofila e inizia con uno strato di soianella, poi disponi la pasta e la verdura, in ultimo altra besciamella. E così via.



In forno per circa 20-30 minuti.



Il sapore è delicato e si riescono a percepire tutti i sapori. Sono distinti ma allo stesso tempo uno dentro l’altro.
 
E poi giuro sa di natura, di sole e vento.

Con questo piatto vorrei festeggiare questa giornata magica, i nostri corpi si sono adattati al cambio della luce, le energie sono tornate a livello e ora dobbiamo dare spazio al nostro pensiero che liberamente deve fluire fuori, verso gli altri.



E’ tempo di stare insieme, condividere e perché no, tessere e intrecciare.. perché unire insieme due cose per formarne una terza è lo spirito di questo giorno.

Questo è Beltane. 

Buon primo maggio..

lunedì 16 aprile 2012

Magie, invenzioni e pensieri di cucina: Come ti organizzo un pic-nic in una giornata di pioggia e come velocemente ti stravolgo una ricetta =)



Anche se guardando fuori dalla finestra non si direbbe, a breve inizieranno a rumoreggiare pensieri festosi su scampagnate e gitarelle fuori porta, in campagna, in spiaggia, in giardino, al parco.. 

Le vetrine dei negozi sono straripanti di kit coloratissimi per pranzi al sacco e pic-nic, tonalità base melone-cocomero e a noi cosa resta da fare?? Visto che fuori diluvia ed è tornato anche freschino a noi, povere camminatrici da vetrina, non resta che andare a ripararci all’interno di negozi a tema. 

E’ fondamentale la cromoterapia in certe stagioni..

Qualche giorno fa scartabellando antichi scatoloni ritrovati, mi è capitato tra le mani un bel cesto intrecciato con all'interno piatti, bicchieri e posate… Alcune delle rotelle che oramai credevo perdute per sempre hanno dato segnali di vita e la macchina oramai in movimento, non ha potuto più essere fermata.. 

Urge organizzazione pic-nic in tempi brevi.

Così dopo attenta ricerca su siti strafichi di previsioni meteo ho visto che per giorni e giorni la pioggia cadrà a catinelle per il gioire della terra, ma come potrò mai organizzare un pic-nic a queste condizioni…

Nell’attesa di una soluzione folgorante ci cucinerò su.. ideuzza veloce e pratica:   

Hummus di cannellini da leccarsi le dita


Cosa ti serve??

-      1 confezione di fagioli cannellini
-      Tahin 1 cucchiaio abbondante (crema di semi di sesamo)
-      Aglio 1\2 spicchio
-      Peperoncino
-      Succo di limone
-      Sale
-      Paprica dolce

Se prepari tutti gli ingredienti a portata di braccio, ti sembrerà di essere un illusionista che lancia cose nel cappello per poi stupire tutti con un “Voilà”.. l’unica differenza che la nostra illusione sarà concreta, profumata e pronta da assaggiare subito.

Prendi il bicchiere del frullatore a immersione e versa al suo interno i fagiolini cannellini precedentemente sciacquati, 1\2 spicchio di aglio privato dell’anima, un cucchiaio abbondante di tahin, il succo di metà limone, sale, peperoncino, paprica e olio.

E mentre il vostro assistente innalzerà vibrante uno strofinaccio da cucina davanti ai vostri arnesi da lavoro, tu, ripetendo la formula magica preferita, con una mano picchietterai il mestolo delle magie e con l’altra darai inizio ad un frullaggio pazzo e disperatissimo e nel giro di, massimo, 3 minuti il dado sarà tratto!



Scherzi a parte, è esattamente così, metti tutto dentro e frulla. Utilizza l’olio per rendere più cremoso il composto, sempre senza esagerare. Fondamentale sarà la prova dito per l’assaggio.

Le quantità sono testate per il mio gusto, consiglio spassionato soprattutto se la provi per la prima volta, assaggia per gradi e se dovesse risultare troppo forte, aggiungi altri fagioli così da stemperare il sapore pungente.



La ricetta mediorientale originale è a base di ceci, ed è meravigliosa, morbida e nello stesso tempo di carattere, ma quando hai una voglia matta di hummus ma i ceci non li hai qualcosa devi pur inventarti?

Spalmato su una bella fetta di pane di farro integrale è davvero ottimo! Oh il pane questa volta l’ho comprato al mercato contadino bio se no come facevo a stare nei 30 minuti di preparazione dello spuntino sopraffino??



Insomma l’avrai capito che con questa ricettina partecipo al contest della cuochina per metterci avanti con i festeggiamenti per l’arrivo della primavera.


 
Di solito conservo l’hummmus in uno di quei millemila contenitori ermetici piccoli che si hanno in cucina e aggiungo un filo d’olio per non farlo seccare in superficie, direi perfetto anche per il trasporto, al momento di servirlo mescolo il tutto e guarnisco con paprica e peperoncino.

Da leccarsi le dita!

Intanto la pioggia non accenna a diminuire né le previsioni a migliorare..

..nel dubbio sai cosa ti dico?

Io il pic nic lo preparo sul tappeto in salotto.. 


 

mercoledì 11 aprile 2012

Racconti di semine, racconti di orto e di Umarel.



Potrà sembrare un racconto particolarmente sdolcinato ma non fermarti alle prime righe e prosegui alla scoperta dei nostri pazzi e bislacchi pensieri..

Dopo pochissimo tempo che stavamo insieme, mezzamela ed io abbiamo iniziato a esternare una particolare voglia “di modalità di vita”… Non proprio come “due cuori una capanna” a farina, acqua, candele e amore nebulizzato ad alto livello nell’aere, ma un’iniziale voglia di fare le cose per bene, come si facevano una volta..

Ma cosa hai capito.. non parlavamo mica di sposalizi noi…

Beh ognuno, nel suo piccolo, ci ha messo del suo, la nostra era voglia di provare a fare le cose “da noi” e così abbiamo iniziato a coltivare.. ecco forse coltivare è una parola grossa, magari “tenere in vita” potrebbe essere più appropriata, le erbette officinali sul terrazzo e una piantina di fragole. Così un bel giorno, la nostra ex vicina della nostra ex casa, mossa a compassione dal nostro primordiale istinto al pollice verde, ci ha lasciato un pezzetto del suo giardino: “Se volete seminare qualche cosa, mi raccomando andate tranquilli!”
 Così inizialmente increduli ma successivamente galvanizzati da questa altruistica esternazione da buon vicinato, indovina un po’ cosa abbiamo piantato tra lavanda, roselline ed ortensie?  Ma una bella fila di rape rosse.. nei tempi non troppo esatti per quel tipo di coltura, in una zona un po’ troppo centrale della città e non siamo riusciti a vederne nemmeno i frutti perché nel giro di qualche mese ci siamo trasferiti.

Ogni tanto sentiamo ancora per telefono la vicina che ci dice: “Sapeste le vostre rape…”

Aaaah quanto abbiamo sognato e straparlato di possedere una casa in campagna, dove poter usare il cavallo per andare a lavoro e coltivare “il famosissimo km 0”.

Deliri tipo:

- Io:“..pensa avere una casetta con il nostro fazzoletto di giardino..”

- Lui:“..si ma lo sai che la sera poi saremmo terrorizzati ad abitare a piano terra vero?”

- Io:“..si ma tanto si fa per parlare no?!”

- Lui:“..ah ok..si pensa che spettacolo io vango e semino e tu che con la cesta vai a cogliere i frutti del nostro sudore..”

Insomma l’idea di poter produrre seppur poche cose da se, avere la possibilità di mangiare del buono e con sapore, nonostante magari la fatica, credo sia una grande soddisfazione. Il nostro pensiero innocente era limitato all’idea di poter curare “il quadratino dietro casa” ma con la volontà di gestire ettari ed ettari di campi e alla fine, della serie “se vuoi puoi”, abbiamo scoperto che nel nuovo paesello avevano indetto un bando per gli orti.

..E alla fine anche noi abbiamo ricevuto il nostro piccolo appezzamento subitaneamente rinominato “Orto Cesarini”.



Tralasceremo le domande che ci sono state poste alla sezione municipale dopo aver visto la nostra giovine età rispetto alla media..

Sui generis:

- “..ma voi cosa avreste intenzione di piantare?”

- “lo sapete che qui solo cose legali eh!!”

- “e poi ordine, disciplina e non si fanno festini..”

Ci è sembrato il discorso che si fa alle reclute dell’esercito..
   
Immaginavamo che la vita da “agricoltori estemporanei” non fosse facile, si fatica, si suda e si è spesso impegnati in riverenze al sottosuolo, ma mai e poi mai avremmo pensato di scoprire una fauna e flora così ricca di esemplari:

“gli umarel degli orti”.

A Bologna l’umarel è un soggetto noto a tutti. Li hanno studiati e c’è chi ha pure scritto dei libri, ci sono blog e articoli di giornale tipo: “troppo curioso umarel cade nello scavo”.

Dicesi umarel: pensionato di età media avanzata, che si aggira per la città a qualsiasi ora del giorno (solitamente prima che albeggi) che con un’andatura costante a postura standard (mani dietro alla schiena) da alcuni denominata “modello 4 stagioni”. 

C’è un cantiere e trovi l’umarel, dal medico curante la sala d’attesa è piena di umarel, c’è un incidente e li stai sicuro di trovare l’umarel che dice ai sanitari perfino cosa fare.. C’è un tecnico nel palazzo per lavori e li puoi giurare di incappare in un portatore sano di “umarellaggine” che saprà sicuramente fare meglio ..

Sei in fila alla cassa e una nuvola cotonata si avvicina furtiva scalzandoti il posto davanti, bene quella è la moglie dell’umarel.

Se questo appena descritto riguarda la normalità, quello dell’orto è molto molto più singolare e subdolo.

Se decidi di andare a sistemare il tuo piccolo orto per un paio d’ore, stai pur certo che avrai nel frattempo accumulato ben 4 o 5 consigli diversi per fare la stessa cosa.. le frasi tipiche iniziano tutte cosi: “aaah che bella gioventù.. non se ne vede molta da queste parti!” e tendono a terminare tutte così: “Questi giovani vogliono fare sempre tutto di testa loro..”… ovviamente tutti e 4 hanno detto la loro.
Per non parlare dei controlli a tappeto nel visualizzare tutto ciò che di vivente cerca di attraversare  il terreno per venire alla luce: “ Mi scusi.. ma quello? Cosa avete piantato lì? Ma è nato da solo o lo avete comprato e travasato?” oppure senti bofonchiare sotto i baffi, alzi lo sguardo e l’umarel di turno: “se se.. l’è dura lavurer è?? ahahahah”.

Alle volte se ti soffermi e lasci correre occhi e orecchie sentirai un vero e proprio odore di sfida, che si aggira tra una rete divisoria e uno stradello di ghiaia, la gara al caspo d’insalata più bello, allo zucchino più sodo e al fagiolino più pieno.. ed è meraviglioso! 



Noi possiamo dire che al momento siamo entusiasti e ci stiamo divertendo, in verità la fatica grossa e gran parte del merito va a mezzamela che ha vangato e sistemato la maggior parte delle cose, io per tre volte mi sono presa la tonsillite e lo pensavo da sotto il piumone =) valide aiutanti e consigliere la grandemela e la saggiamela , nonché rispettivamente mamma e nonna di mezzamela.



Abbiamo piantato tante cose, forse un po’ troppe che però non vediamo l’ora di assaggiare! Sempre che decidano di crescere al punto giusto e che il passante dall’occhio lungo ma dalla mano ancora più lunga, abbia la gentilezza di lasciare dove deve..


Per il momento abbiamo potuto assaporare solo gli spinaci, ma lasciamelo dire: che spinaci!! Foglioline piccine ma grasse e piene, che sono finite subito crude in insalata, cotte come contorno e nella famosa minestrina verde.

Insalatina primaverile con spinaci e pere 


Cosa ti serve?

-      Spinaci piccoli
-      Pera soda e croccante
-      Parmigiano in scaglie

Lo spinacio quando si mangia crudo è sempre meglio sia a foglia piccola perché più è grande più lega (concetto difficilotto da spiegare..) e al gusto potrebbe risultare “fuoriposto”.
Lava bene gli spinacini e asciugarli.
Affetta la pera sottilissima, se riesci lavandola bene non sbucciarla e mantieni la buccia, è sicuramente più carina alla vista ma soprattutto ricca di vitamine e fibre.
Taglia a scaglie il formaggio e uniscilo alla composizione.


Da quanto è semplice risulta forse una ricetta “non-ricetta” imbarazzante ma non potevo non farti vedere il nostro primo raccolto. Felici come avessimo ricevuto un premio alla carriera o giù di lì..



Condisci a piacere con semplice olio e sale, con gomasio o aceto ma volendo vedrei bene anche una “senapette”.. emulsiona un cucchiaio di senape con olio e sale e il gioco è fatto!

Insomma è così che abbiamo pensato di iniziare a coltivare il nostro futuro. 



Personalmente non sono mai stata una delle punte di diamante della congrega dei pollici verdi per le piante da appartamento né per i fiori da terrazzo ma anche solo prendersi cura di una pianta di fragoline sul balcone oppure un vasetto di erba cipollina è tutta un’altra cosa, davvero.. tu le curi e loro ti ricambiano regalandoti doni che puoi utilizzare assaporandoli nel tuo quotidiano. 



Se poi vuoi fare la prova del nove, prova a iniziare con l’erba gatta.. stai certa che il tuo gatto di casa (e non) ne sarà felicissimo!! I nostri Catti attendono il momento del risveglio solo per uscire e stuzzicare qualche filo di erbetta per iniziare al meglio la giornata (.. di disastri).

Vorrei rammentarti una cosa, cerchiamo di ricordarci di noi.. vogliamoci bene, sempre e ogni giorno di più, iniziamo da noi con il nostro giardino segreto per poi aprirne i cancelli alle persone a noi care.


Buona primavera e buona coltivazione.. di buoni pensieri e perché no.. anche di orti!