mercoledì 28 settembre 2011

Un pò di me. . .


Un bel giorno saltellando per blog amici mi sono imbattuta da Carolina, peperina rosa preferita, in questa cosina davvero carina.

E lì ho scoperto “Vaniglia” l’ideatrice di questa carrellata di domande e del suo blog coccoloso, è come se ti aprisse la porta della sua cucina.

Devi assolutamente rispondere anche tu.. sembrerà strano ma così su due piedi e con poche righe a disposizione non è mica così facile raccontarsi..

Che si inizino i giochi: Pepperepeppepééé disse strombazzando il menestrello di corte!!

  1. A 13 anni cosa volevi fare? Il meccanico..
  2. La tua vita in un'immagine. Chi sarebbe il fotografo?  Robert Doisneau.
  3. Il vero lusso. Potersi alzare la mattina senza sveglia e non essere mai di corsa in modalità bianconiglio.
  4. Cos'è oggi tabù.  L’essere giusti..
  5. Fumo, droga, alcool. Che rapporto hai con loro? Diciamo che per anni io e il fumo abbiamo avuto una frenetica ed altalenante relazione, terminata oramai da tempo.. per il resto, direi che siamo su due binari differenti. Se si può, però rincarerei la dose con cioccolato, burro, pane cinese, japponese, cioccolata cioccolata e ancora cioccolata…   
  6. Ti reincarni in un uomo. La prima cosa che vorresti sperimentare. Mi piacerebbe provare a pensare “a compartimenti stagni”, un pensiero per volta, possibilmente meno complesso è, meglio è.. se poi ci cascasse anche una giocatina alla play.. certo mi piacerebbe oltremodo provare a farmi la barba =)
  7. L'ultima cosa prima di andare a dormire. ..se ho chiuso tutto quello che deve stare chiuso tipo gas, porta, finestre.. sono un pelo paranoica, lo so.. ma anche il bicchiere dell’acqua che sistematicamente non bevo (a quello ci pensa Catto B).. e a martoriare mezza mela chiedendo i grattini della buonanotte!!!
  8. Hai il potere per un giorno. La prima cosa che fai? Oltre a mandare a lavorare tutti i politici e i delinquenti..?? forse una bella dormitina =)
  9. La stanza più bella. Quella che hai dentro di te
  10. Cos'hai imparato dalla cucina. Che ci vuole calma, pazienza e amore in tutte le cose che fai, sempre!
  11. Cosa ti tiene sveglia? Un pensiero importante, una matassa da districare, un nodo da sciogliere.
  12. Il posto dove ti vengono più idee. Tutti e nessuno, stiamo progettando la stanza delle idee ma siamo ancora “sottosopra”.
  13. Musica nell'iPod? Anouk, Carboni, Elisa, Cindy Lauper, Lorenzo, Red hot chili peppers.. un po’ di tutto per ogni occasione.. mi piace cantare e per la cronaca sono stonata come una campana, di solito le parole che non so le invento e mezza mela se la ride di brutto..
  14. Cosa consideri sopravvalutato? L’importanza che si da certa gente.
  15. E cosa da rivalutare? I valori.. li stiamo perdendo per strada come avessimo le tasche bucate..
  16. Affinità culinarie? Mamma, nonna e suocera, ma anche mezza mela, in fatto di schifezze non ci batte nessuno. Guardando un po’ più in là del mio orticello direi Nigella, io amo quella donna e Jamie, io lo chiamo “zuzizzone” per come parla, è un cuoco pasticcione ma è un piacere guardarlo.
  17. Un libro dove abitare. La scuola degli ingredienti segreti.
  18. All'inferno sei obbligato a leggere sempre lo stesso libro. Quale?  Un libro di statistica, calcoli e conteggi.
  19. La casa brucia. Cosa salvi? Tolti mezza mela e i Catti… la scatola dei ricordi e le foto.
  20. Cosa di poco? Cosa di troppo? Troppo poco tempo per fare le cose che ci piacciono, troppo tempo sprecato a mettersene per gli altri, alle volte un sano “ma và ban a”.. ci starebbe proprio bene =D.  
 Adesso è la tua mano. . .

venerdì 23 settembre 2011

Pensieri sotto vuoto e.. una piccola sorpresa





Ti capita mai di avere un pensiero travestito da tarlo che si aggira tra le tue circonvoluzioni cerebrali, senza sosta?
Ma non quel tipo di pulce dall’attività fulminea e autonoma, che ti fa fare cose indipendenti dalla tua volontà e logicità? 

Esempio: è piena estate e ti viene voglia di polenta ai funghi; 

tu sei al lavoro e termini alle ore 20:00.

Noncurante dei 200 gradi che l’asfalto rilascia, tutti belli umidosi, ti rechi come se nulla fosse alle ore 20:01 alla ricerca degli ingredienti necessari perché a casa non hai nulla che ricordi neanche lontanamente questa ricetta novembrina… tutti quelli che incontri, grondanti di sudore e lì solo per fare carica di” aria confezionata”, ti guardano come fossi vestita con una cacca sul capo.

Impassibile, compri, vai a casa e inizi a preparare mescolando, mescolando e mescolando (mica compri quella precotta) verso l’alba la polenta è pronta e tu sei soddisfatta.

Ecco, non intendevo quel tipo di idea.

Volevo parlarti dell’IDEA.. quella vera, quella che ritieni essere la tua passione, quella che studi e ristudi, che non vedi l’ora di preparare e che poi non fai… forse perché la vuoi perfetta, pensi che non sia ancora il momento e la devi sistemare ancora un po’..

Mi è capitato negli ultimi anni di concretizzare mentalmente cose, magari idee anche innovative, ma a forza di “pettinare bambole immaginarie” vengono in mente anche ad altri e tu rimani.. come dire.. di stucco.

“Fuori le palle ragazza e inizia a danzare anche tu nella mischia” disse la vocina della pulce affittuaria di un tuo pensiero…



Al momento mi sono trovata in questa situazione, per fortuna poche volte e mai per cose mangerecce, perciò mi son detta: “Datti una mossa” prima che succeda anche qui.. così ispirata dall’idea di Gaietta, pasticcera emigrante, ho deciso di fare ordine serio e di organizzare un po’ le cose per il prossimo futuro!

Chiedo scusa per il monologo delirante di questa sera (che ho scritto probabilmente per me stessa, ho smesso da un po’ di parlarmi allo specchio..hihi)  dove l’idea iniziale era di un post dal taglio completamente diverso, ma devo confidarti una cosa, oggi è successa una cosa che ha scombinato i miei piani…

Ero in ufficio e in un momento di “pausa sigaretta” mi sono appartata per andare a sbirciare in serenità qualche sitarello di cucina (strano, penserai.. ma visto che non fumo più, adesso mi rilasso così!) e vedo che Mamma papera ha pubblicato i risultati del contest. 

Leggo l’articolo sul telefonino, inizio a scorrere le ricette vincitrici e penso in estrema tranquillità alla mia, probabilmente troppo semplice e prendo appunti mentali sui miglioramenti da apportare per le prossime occasioni, quando vedo una mia foto e impazzisco… ho riletto il mio nome più e più volte.. cazzarola ho vinto anch’io… non ci potevo credere!

Ero talmente felice che ho faticato a rientrare nel mio loculo senza dare nulla ad intendere alle mie dirimpettaie di scrivania (per fortuna siamo separate da monitor..) sono in incognito io. (All’inizio della mia blog-avventura ho deciso che questa cosa sarebbe stata solo mia, lavoro fuori).

Ho mandato sms alla mezza mela chiedendo di controllare se avevo letto bene, non si sa mai..

Volevo saltare sul tavolo e ballare facendo il passo di Michael “moonwalker”, avevo la sudarella, ridevo da sola sotto i baffi e i piedi non volevano stare sereni dentro le scarpe (si capisce che è la prima volta che vinco qualcosa, a parte le serie alla pesca della parrocchia??)
Comunque nulla, sono stata bravissima a non far trasparire nulla.. ma dentro di me avevo il carnevale di Rio… probabilmente non dormirò per tre giorni nell’attesa di eliminare l’adrenalina accumulata.

Facciamola breve.. ehm tu forse dirai “oramai”..

..insomma oggi ho voglia di festeggiare e per me è un grande passo avanti; chi mi conosce sa che non amo essere al centro dell'attenzione e dopo anni di non-feste di compleanno, oggi ho proprio voglia di festeggiarmi.. e per farlo vorrei condividere questo piccolo sogno di zucchero:

Cupcakes all’arancia con cioccolato



..il primo, vero ed ufficiale cupcake! 



E da notare, con un frosting degno di tale nome (sarà il culo del principiante.. non si monterà mai più così.. me lo sento…) 

 Tratto dal libricino di Joanna Farrow “200 cupcakes”

Cosa ti serve??
@       125gr burro leggermente salato (l’ho salato io..)
@       125gr zucchero semolato
@       2 uova
@       125gr di farina (io ho usato quella per dolci)
@       25gr di cacao in polvere
@       1\2 cucchiaino di lievito (io ho usato cremor tartaro e bicarbonato)
@       1 arancia (scorza grattugiata)
Glassa
@       100gr di cioccolato fondente a pezzetti
@       100gr di burro
@       135gr di zucchero a velo
@   2 cucchiai di cacao in polvere (..te pareva..mi accorgo ora di averli dimenticati)

Se prepari tutti gli ingredienti per tempo, l’esecuzione ti porterà via esattamente pochissimi minuti.



Accendi il forno a 180° e prepara i pirottini.

Metti tutti gli ingredienti in una ciotola e amalgamali con uno sbattitore elettrico, io ho usato il robot, per circa un minuto e fino a quando il composto risulterà soffice e cremoso. 

Suddividi nei vari pirottini riempiendoli al massimo per 2\3.

Inforna per circa 20 minuti.

Sfornali e lasciali 5 minuti nella teglia, poi trasferiscili sulla griglia per farli raffreddare meglio.

Per la glassa, fai fondere il cioccolato al microonde o a bagnomaria e fallo raffreddare completamente; successivamente sbatti con le fruste insieme al burro e allo zucchero velo (ovviamente tu ricordati anche il cacao amaro se no il colore della glassa non sarà scurissimo).



Fatto questo riempi la sacca da pasticcere e guarnisci a piacere, magari ricordati di conservare un po’ di buccia d'arancia per la decorazione finale, io ho usato delle stelline di zucchero.. 




Uuuh quasi dimenticavo.. grazie di tutto e “Bon appetit”. =D

domenica 18 settembre 2011

Olfatto






Naso: organo di senso che ti permette di poter assaggiare senza prima toccare, ti consente di percepire attimi e di assaporare magie.


Ci sono odori che ti inebriano, altri che ti disgustano, altri ancora che ti mettono sull’attenti, ed infine, ma non per ultimi, quelli che ti arrivano diritti al cuore e che fanno risvegliare ricordi lontani che pensavi ormai sopiti.

Hai mai fatto caso che ad ogni odore corrisponde sempre un pensiero preciso? Come accade con alcune canzoni, oppure con certi sapori; è come essere letteralmente catapultati altrove.

Entri in una stanza e subito lo senti.

Chiudi gli occhi e assapori delicatamente come solo certi sommelier sono in grado di fare.

Li riapri e ti ritrovi a osservare uno spezzone della tua vita passata da spettatore, i ricordi si susseguono come una vecchia bobina di un film.

Un altro respiro e come in un istante ritorni da dove è partito tutto.

Dall’odore.

Odori di buono, odori di luoghi rassicuranti, odori per momenti tristi e per quelli felici.

Ognuno di noi ha degli odori preferiti..

..a chi non piace il profumo della pioggia quando s’infrange sull’asfalto o si mescola alla terra, oppure quello delle lenzuola pulite appena spiegate quando ti ci butti sopra..

L’odore di biscotti appena sfornati,

l’odore del pane.

Ecco io quando il pane è nel forno e l’aroma morbido come una carezza si diffonde per tutta casa sono felice.

Il pane, una delle cose più semplici che troviamo sulla nostra tavola e forse anche una delle più vecchie.

Adoravo da piccola scavare via la mollica e mangiarla di nascosto, lasciando ai grandi solo la crosta.. e dopo un pranzo dove la sensazione di “scoppio” è imminente, sarei capace di farlo anche adesso =).

Non so perché ma per il pane ho sempre un posticino riservato, soprattutto dopo il dolce.. e non mi addentrerò volutamente nella spiegazione del mio connubio segreto di dolce-salato-dolce o viceversa.

L’odore del pane appena sfornato mi fa tornare alla mente un ricordo estivo.. 

Quando al mare alla mattina presto si andava in paese a fare la spesa in bottega e nonna comprava un po’ di mortadella, poche fette. Dopodiché si passava al panificio, un posto che ha sempre suscitato in me grande curiosità, mi prendeva una specie di rosetta appena sfornata dalla cesta di plastica bianca, dove chili di pane risiedevano nell’attesa di essere caricati e trasportati, consegnava il panino caldo e il pacchettino al fornaio, che con un sorriso, imbottiva il mio piccolo tesoro e me lo consegnava. 

Che profumo.. mi sembra ancora di sentirlo.

Ricordando questo episodio ho pensato di ricrearne il profumo e l’essenza.

Crescenta integrale al sale nero di Cipro e mortadella di casa



Cosa ti serve??
@       250gr farina integrale
@       250gr farina 00
@       Mezzo cubotto di lievito di birra bio
@       Olio evo 5 cucchiai
@       Sale nero di Cipro
@       Zucchero 1\2 cucchiaino
@       Mortadella

Per primissima cosa devi fare la spugna. Ci ho messo un sacco di tempo per imparare a farla come si deve, sembra facile ma non sempre si avvera la magia..
Prendi un piccolo recipiente, tipo una ciotolina alta e stretta, e mettici il mezzo cubotto di lievito cercando di toccarlo il meno possibile, aggiungi un po’ di acqua tiepida arrivando a filo del lievito e usa una forchetta per amalgamare il tutto. Aggiungi un cucchiaio raso di farina e mezzo cucchiaino di zucchero, emulsiona fino a quando non si forma una bella schiumina e sigilla con pellicola trasparente. Metti da parte per un po’, tempo di preparare il resto degli ingredienti e magari farti un caffè al ginseng…

Passati 15-20 minuti, dovresti trovare il tuo mini impasto, cresciuto e bolloso, dovrebbe ricordarti una spugnetta traforata.. spero di essermi spiegata..

Di solito utilizzo una ciotola molto grande per fare l’impasto, ma se hai un tagliere va benissimo lo stesso, perfetto anche il tavolo da cucina ;p.

Unisci le due farine mescolandole insieme e ricava un foro al centro formando la classica fontana. Versa la spugna al centro dalla fontana, aggiungi cinque cucchiai di olio e una presa di sale abbondante tutt’intorno. 
Inizia ad impastare aggiungendo acqua tiepida, poco per volta e continua a lavorare a mano fino a quando l’impasto non risulterà ben amalgamato, morbido e compatto.

E adesso arriva il momento del riposo, più si lascia lievitare e meglio è.. tu dove le metti le cose lievitose a riposare?? 

Io di solito metto la ciotola coperta con un burazzo dentro il forno spento e se è inverno, ci metto sopra una coperta di pile, non ridere però.. so che esistono altre dicerie e usanze di vario tipo sulla materia in oggetto ma anche qui non mi dilungherò… però questa te la devo dire… si narra che, se in casa sono presenti correnti d’aria, l’impasto non lieviterà mai O_o 

Beh che uno ci creda o no, te sigilla tutto… non si sa mai.

Alla fine la “ragazza” ha lievitato per circa quattro ore, ma avendo utilizzato nell’impasto farina integrale non aspettarti una gran crescita, ti posso però assicurare che dopo la cottura di circa 40 minuti a 190 è rimasta bella morbida.

Prima di infornare ho cosparso con sale nero la superficie, che all’apparenza potrà sembrare pepe, ma alla prova assaggio sarà una guizzante sorpresa al palato. 



Come questo post e sul filo del rasoio partecipo al contest “lievitami il cuore” di Mammapapera’s blog.



..e mentre sorseggio la mia prima tisana della stagione mi è venuta voglia di nuovo di crescenta.. vado a scongelarne un pezzettino… me golosa =)



…ma una domanda… quali sono i tuoi odori preferiti? Quelli dei ricordi?? 

Buona settimana ;p